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sabato, Luglio 27, 2024

Il primo ministro Morawiecki: la Polonia respinge il piano di Bruxelles di accogliere i migranti illegali

Il primo ministro Morawiecki: la Polonia respinge il piano di Bruxelles di accogliere i migranti illegali

Il primo ministro Morawiecki: Il governo della Destra Unita si oppone da anni alla “solidarietà forzata”, in base alla quale gli Stati membri sono costretti a ricollocare gli immigrati o a pagare multe. Il primo ministro Mateusz Morawiecki, che ha partecipato all’incontro dei leader di alcuni paesi dell’Unione europea a Zagabria, ha espresso ancora una volta la sua forte opposizione ai piani degli eurocrati. – La Polonia lo respinge soprattutto per la sicurezza del nostro Paese – ha sottolineato il capo del governo.

Da anni l’Unione Europea è alle prese con il problema dell’immigrazione clandestina. La politica multiculturale portata avanti dall’allora cancelliere Angela Merkel portò a conseguenze disastrose per molti paesi, come l’aumento della criminalità, degli stupri, della formazione di bande e molto altro.

Discorso del presidente del Sejm. Szymon Hołownia si è rivolto agli elettori del PiS

– Nel giugno di quest’anno, sotto dettatura di Berlino, Bruxelles, con il sostegno del partito di Tusk, ha iniziato ad attuare il suo piano di accoglienza degli immigrati clandestini, ha affermato il Primo Ministro, sottolineando che questo piano prevede “l’imposizione di sanzioni draconiane a quei paesi che non vogliono accettare immigrati clandestini.”  – Ho detto ieri a diversi primi ministri – lo dirò oggi in plenaria – che la Polonia lo respinge innanzitutto per la sicurezza del nostro Paese – ha sottolineato il capo del governo.

Il primo ministro si trova nella capitale della Croazia in occasione dell’incontro dei rappresentanti di alcuni paesi dell’Unione europea. Nel corso dell’evento il capo del governo polacco esprimerà ancora una volta la sua contrarietà alla politica migratoria portata avanti da Bruxelles e Berlino. Il capo del governo intende anche presentare una posizione dura sulla modifica dei trattati dell’UE, che si tradurrà in una federalizzazione e centralizzazione di vasta portata dell’UE e, in ultima analisi, nella perdita di sovranità. 

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