L’Albania si è unita ad altri sei paesi europei e agli Stati Uniti nel condannare quelle che chiamano le continue provocazioni della Russia in Georgia.
Cosa dicono nella dichiarazione sulle provocazioni della Russia?
Una dichiarazione congiunta è stata rilasciata mercoledì da Estonia, Francia, Irlanda, Norvegia, Albania, Regno Unito e Stati Uniti fuori dalla camera del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La dichiarazione chiede alla Russia di fermare la sua “presenza militare illegale” in due regioni georgiane e di ritirare le sue forze “senza indugio”. Hanno fatto riferimento alla continua presenza militare della Russia. Sono state contestate le esercitazioni sul territorio georgiano, rapimenti, detenzioni arbitrarie, restrizione di movimento e divieto di istruzione nella lingua madre del residente.
La guerra tra Russia e Georgia
Il comunicato invita la Russia a revocare il riconoscimento della cosiddetta indipendenza dei territori georgiani. Nel 2008, la guerra tra Russia e Georgia ha visto la prima tentare di riprendere il controllo dell’Ossezia meridionale. Il paese ha riconosciuto la sua indipendenza e quella dell’Abkhazia e vi ha installato basi militari.
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Le dichiarazioni dell’UE
All’inizio di quest’anno, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha rilevato che la Russia aveva commesso “gravi violazioni dei diritti umani” in entrambe le regioni. Sono stati inclusi omicidi, torture, impedendo ai georgiani di andare a casa e non indagando su eventuali violazioni dei diritti umani. Da allora sono in corso colloqui tra i due paesi, con la mediazione degli Stati Uniti, ma non sono stati fatti progressi. Le sette nazioni hanno espresso sostegno ai colloqui di Ginevra. Hanno sottolineato “la necessità di una risoluzione pacifica del conflitto Russia-Georgia basata sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite e l’Atto finale di Helsinki”. La Russia ha negato tutte le accuse e ha affermato che l’aggressione russa “non esiste”.