La Polonia sta valutando la possibilità di trasformare le sue centrali termoelettriche in grandi batterie Utilizzando soluzioni saline per immagazzinare energia, le centrali elettriche a carbone possono diventare parte della transizione verde
Sono molti i paesi come la Polonia che oggi dipendono fortemente dalle centrali a carbone, soprattutto con alti consumi nei freddissimi mesi invernali. Il 22 gennaio, il 66% dell’energia polacca, il 35% dell’energia tedesca, il 36% dell’energia ceca e il 48% dell’energia bulgara proveniva da centrali elettriche a carbone. Questo non parla solo di dipendenza dal carbone, ma che l’intero sistema energetico è costruito attorno a questa fonte di energia e alle centrali termiche. Ma questo è un problema che i paesi europei dovranno affrontare nei prossimi 10 anni, visti i piani dell’Unione Europea per una transizione verde e un’economia a basse emissioni di carbonio.
L’unica opzione di lavoro in cui i cogeneratori a lignite hanno un futuro è trovare un sostituto del carbone che possa essere utilizzato con la stessa efficienza ma non lo stesso impatto ambientale negativo. In molti paesi dell’Europa centrale e orientale si sta pensando seriamente a come “rinverdire” le vecchie centrali elettriche.
Il potere del sale
Una delle opzioni in discussione e persino in fase di sviluppo è la riclassificazione degli impianti termoelettrici in impianti di accumulo di energia rinnovabile. Ovviamente, il percorso verso la carbon neutrality coinvolge non solo lo sviluppo di nuove tecnologie, ma anche l’adattamento di quelle vecchie ai sistemi energetici di transizione.
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L’idea specifica viene dalla Polonia, dall’Università della Slesia intorno a Katowice. Questa è una regione mineraria nota per la sua forte dipendenza dall’estrazione del carbone, dalle centrali termiche e dall’industria pesante. Per lo stesso accumulo di energia verranno utilizzati speciali sali liquefatti, che permettono di riscaldarsi fino a 600 gradi e poi possono cedere questo calore per generare vapore, che a sua volta farà ruotare le turbine delle vecchie centrali termoelettriche. L’obiettivo è fornire energia sostitutiva rapida a grandi ampiezze nella rete, quando è dominata da FER.
Come funziona
La struttura delle centrali con sistemi salini permette di trasformarle in un grande sistema di accumulo di energia elettrica attraverso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili come base. In questo caso, la RES sarà collegata direttamente all’accumulo di energia solare e non alla rete elettrica stessa. Ad esempio, l’elettricità verde (da parchi idroelettrici, eolici o solari) verrà utilizzata per aumentare la temperatura del sale fuso attraverso il riscaldatore elettrico.
Ci sono diverse opzioni per la conversione dell’energia durante il processo di stoccaggio. Forse il maggior successo in termini di efficienza per la produzione di elettricità è quando la corrente immagazzinata passa attraverso il riscaldatore e quindi riscalda i sali liquefatti. C’è una seconda opzione, che prevede il riutilizzo del vapore dalle turbine, ma è tutt’altro che efficiente come la prima.
Se la tecnologia viene messa in pratica, è possibile che alcune delle vecchie centrali elettriche a carbone diventino grandi batterie e sistemi di bilanciamento in caso di carenza di energia rinnovabile a un certo punto, utilizzando l’energia verde in eccesso in altri momenti.