La leader dell’opposizione bielorussa in carcere, Maria Kolesnikova, ha ricevuto lunedì uno dei premi più importanti in Europa per i diritti umani, il Premio Vaclav Havel, per aver guidato le proteste contro il presidente uomo forte Alexander Lukashenko lo scorso anno.
La storia di Maria Kolesnikova
La Kolesnikova è stata condannata a 11 anni di carcere il mese scorso per il suo ruolo nelle proteste di massa scoppiate dopo che Lukashenko ha rivendicato la vittoria in una contestata elezione. L’attivista 39enne, ex suonatrice di flauto nell’orchestra filarmonica bielorussa, è stata arrestata dopo aver resistito alla deportazione dal paese e trattenuta per un anno prima del processo a porte chiuse. Il premio, intitolato al drammaturgo dissidente ceco che ha guidato la transizione del suo paese dal comunismo alla democrazia, viene assegnato ogni anno dal Consiglio d’Europa a Strasburgo per l’azione della società civile in difesa dei diritti umani.
Duda: l’opposizione è diventata parte della sfacciata politica bielorussa
Le motivazioni del premio
Annunciando il premio, il presidente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Rik Daems, ha affermato che l’unico “crimine” della Kolesnikova è stato “voler avere voce in capitolo su chi è al comando del suo paese“. “Ergendosi contro un regime che ha usato la forza e la brutalità contro manifestanti pacifici e legittimi… la signora Kolesnikova rappresenta davvero il coraggio“, ha aggiunto. La sorella di Kolesnikova, Tatsiana Khomich, ha ritirato il premio a suo nome all’assemblea di Strasburgo, dicendo che è “un segno di solidarietà dell’intero mondo democratico con il popolo bielorusso”. Tenendo in mano una foto di sua sorella, ha detto: “Se non vuoi che la Bielorussia si trasformi in un gulag, dobbiamo sostenere il popolo bielorusso oggi e ora”. I precedenti vincitori del Premio Vaclav Havel, che arriva con 60.000 euro, includono l’intellettuale uiguro Ilham Tohti e l’attivista per i diritti sauditi Loujain al-Hathloul. La Bielorussia è uno dei pochi paesi europei che non è membro del Consiglio d’Europa, che mira a difendere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto nel continente.